Il riciclo creativo è realtà: si ottiene pellet di qualità da scarti di caffè
L’idea di produrre pellet dai fondi di caffè nasce a Londra e precisamente dall’accordo di collaborazione tra la catena di coffeshop Caffè Nero e le aziende di riciclaggio First Mile e Bio-Bean.
La catena di coffee shop britannica prevede di raccogliere entro fine anno 218 tonnellate di fondi di caffè dai negozi presenti a Londra. La parte recuperata sarà trasformata in 98 tonnellate di combustibile, sufficienti ad alimentare 435 case per un anno. In base alle ricerche sembrerebbe che la resa energetica di pellet di caffè sia il doppio rispetto a quella del legno e che, se utilizzato per la produzione di calore tramite pirolisi, sia capace di generare un carbone vegetale di grande valore in agricoltura.
In base all’accordo First Mile fornirà alla Caffè Nero dei sacchi speciali per la raccolta differenziata in cui verranno conferiti i fondi di caffè usati. I sacchi verranno prelevati dalla stessa First Mile ogni sera e consegnati per la trasformazione in pellet per stufe e camini.
Una ricerca inoltre effettuata dal Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Udine, è emerso che “è possibile ottenere un pellet di consistenza molto soddisfacente con il solo uso di fondi di caffè. I fondi di caffè risultano pertanto adatti per l’utilizzo in pirolisi da un punto di vista del carbone vegetale ottenuto, il quale dovrebbe avere un contenuto di metalli pesanti (stimato) idoneo all’utilizzo eventuale in agricoltura come ammendante”.
La soluzione al problema degli scarti apre quindi una nuova opportunità che potrebbe diventare oggetto di sviluppi davvero interessanti.
L’idea, a quanto pare, è stata replicata da una startup modenese che ha deciso di puntare sul riciclo intelligente degli “scarti” per creare il primo pellet italiano al 100% ecologico.
Un bell’esempio di riciclo creativo!
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