“Massimo Riva Vive”. Storia del chitarrista che “Vasco porta sempre con sé”

C’è un uomo che ha insegnato molto a Vasco Rossi sul senso della vita. Quest’uomo si chiamava Massimo Riva, ed era un grandissimo artista, oltre che uno degli amici più stretti del Blasco.

Per cambiare la storia della musica non è necessario conquistare le copertina dei giornali o essere annoverati nelle classifiche dei migliori artisti e la vita di Massimo Riva ne è la dimostrazione.

Massimo Riva non era semplicemente il chitarrista di Vasco Rossi: era il suo amico, il suo fratello minore, la sua spalla. È entrato nella leggenda perché è nato con il rock’n roll dentro di sé e per questo ha vissuto la propria vita senza limiti fino all’ultimo istante.

Massimo Riva aveva la musica dentro già da bambino. A tre anni, come racconta dolcemente la sorella Claudia, nonostante la febbre, Massimo non voleva stare a letto per ascoltare la musica dal mangianastri. Probabilmente non erano le canzoni a ipnotizzare Massimo ma il contrario. È stato come se il destino di quel bambino, che a tutti i costi si è fatto regalare una chitarra dai genitori, fosse già scritto.

Non a caso Massimo Riva è stato anche un disc jockey e ha fatto parte di Punto Radio, l’emittente libera fondata e diretta da Vasco Rossi.

Vasco aveva già capito che quel ragazzino testardo e appassionato non sarebbe stato solo uno speaker o un bravo dj: “Ho sempre dato fiducia a Massimo. Lo volevo a casa, lo volevo sul palco. Lo volevo con me perché era il mio alter ego”. I due hanno condiviso lo stesso appartamento a Bologna e sono saliti sul palco insieme nel primo concerto in Piazza Maggiore. E quel concerto è passato alla storia: è stato il primo live di Vasco in cui ha cantato i primi due album. E Massimo era lì, giovanissimo, con una chitarra acustica presa in prestito a dimenarsi sul palco come solo chi nasce nel nome del rock può fare.

Studiò la chitarra con Pier Luigi Cimma e a 12 anni fece già il suo esordio a Punto Radio, la radio fondata da Vasco Rossi, una delle prime emittenti libere in Italia. Proprio da qui nacque la loro incredibile collaborazione e quel sodalizio artistico e personale destinato a scrivere pagine importanti della nostra musica rock.

Nel 1980 i due misero in piedi, insieme a Maurizio Solieri e Guido Elmi, la Steve Rogers Band, gruppo di spalla al Blasco fino al 1987, quando proverà una carriera autonoma con discreto successo.

Uno dei pezzi simbolo della band fu Alzati la gonna:

Nel 1991 la storia del gruppo finì, ma la carriera di Massimo era molto lontana dall’esere giunta al termine. Il talentuoso cantante e chitarrista rimaneva infatti a fianco di Vasco ed ebbe inoltre l’occasione di partecipare anche a diversi progetti con altri artisti del calibro di Enrico Ruggeri.

Il 1993 fu l’anno del suo primo disco solista, Matti come tutti, seguito due anni dopo da Sangue nervoso. Nonostatante alcuni brani di pregio, l’artista non ebbe mai da solista il successo che si sarebbe atteso.

La morte di Massimo Riva arrivò, improvvisa come uno dei suoi assoli, il 31 maggio 1999 a Bologna, nel suo appartemento nel cuore della città felsinea. A portarlo via ai suoi fan una crisi respiratoria dovuta a un’iniezione di eroina. A poco più di un anno dalla sua scomparsa venne pubblicato il suo ultimo album, Comandante Space.

Da quel momento è iniziata una storia fatta di canzoni fissate nella memoria collettiva e di concerti memorabili. Massimo suonava, suonava sempre e suona ancora dentro i fan che non lo hanno dimenticato. Nel concerto dei record di Vasco a Modena Park nel 2017 c’è stato anche Massimo. La sua chitarra, la Gibson SG, è stata suonata a sorpresa durante il live e il pubblico commosso ha riconosciuto il suo strumento.

Massimo Riva ha vissuto, vive e vivrà ancora grazie alla sua anima rock, al suo capello lungo, al profilo magro e alla musica che ha suonato e suonerà per sempre.