Il Buono, il Brutto, il Cattivo ed Ennio Morricone

Il buono, il brutto, il cattivo – un film di Sergio Leone con Clint Eastwood e con le musiche di Ennio Morricone – non vinse nemmeno un Oscar, e non ottenne neppure una nomination.

Nonostante questo tutti sanno cos’è, tanti l’hanno visto, molti ne conoscono almeno qualche frase, suono o scena e nonostante duri quasi tre ore, pochissimi lo troverebbero noioso guardandolo oggi per la prima volta.

 Il buono, il brutto, il cattivo uscì il 23 dicembre 1966, e da oggi entra con merito nei primissimi posti della lista di “film che hanno più di 50 anni ma vanno benissimo ancora oggi”.

Leone ha realizzato un lavoro grandioso con mezzi e soldi a disposizione a volontà: nulla in confronto alle produzioni contemporanee ma, per quei tempi, il milione di dollari che la United Artists sganciò sull’unghia al produttore Alberto Grimaldi poteva permettere una certa libertà creativa.

E infatti il passaggio in avanti rispetto ai primi due sudati western fu proprio questo: la possibilità di coinvolgere un gran numero di comparse, avere il via libera per la realizzazione di scene molto più impegnative (come grandi esplosioni o vere e proprie battaglie) e, soprattutto, la scelta di un cast di eccellenza senza doversi accontentare di ciò che offriva il mercato.

Nonostante questo, Leone confermò i due grandi protagonisti di Per qualche dollaro in più.

Clint Eastwood, all’inizio, dopo aver raggiunto un’immensa popolarità anche in patria, non era molto propenso a recitare in un altro film in Italia. In particolare, dopo aver letto la sceneggiatura si lamentò del fatto che il suo personaggio venisse messo in ombra dalla figura del co-protagonista.

Leone, con i suoi soliti metodi e con l’aiuto di un sostanzioso ritocco al compenso e alle percentuali di vendita, lo convinse a partecipare.    

Per quanto riguarda il ruolo del Cattivo, il regista romano confermò Lee Van Cleef, preferendolo a Gian Maria Volonté, che pure aveva insistito per avere una parte.

L’attore americano, secondo Leone, possedeva delle caratteristiche che lo rendevano perfetto, come la sua freddezza, il suo ormai noto sguardo glaciale, l’eleganza nei movimenti e la sua grande raffinatezza, molto diversi dalla nevroticità di Volonté. Mancava solo il terzo protagonista.

E qui il buon Sergio fece probabilmente una delle scelte più azzeccate della sua vita, contattando Eli Wallach, attore famoso e conosciuto per molti cult western americani, tra cui La Conquista del West e I Magnifici Sette. Wallach, all’inizio, non era intenzionato ad accettare.

Ma dopo aver visto la prima scena di Per qualche dollaro in più, si dice che abbia subito chiesto a Leone: “Per quanto mi vuoi?”.    

Il trio è completo.

La colonna sonora

È una delle migliori di Morricone: il motivo più famoso è formato da sue sole note e per farlo si ispirò all’ululato di un coyote. Le note sono le stesse per i tre protagonisti, ma sono fatte da uno strumento diverso: un flauto per il buono, un arghilofono (simile a un’ocarina) per il cattivo e una voce umana per il brutto. A differenza dei film precedenti, Morricone scrisse alcune musiche prima che Leone girasse il film: negli altri casi era stato Morricone – che aveva conosciuto Leone da ragazzino – a comporre pensando alle immagini; in Il buono, il brutto, il cattivo Leone poté invece girare pensando alle musiche. Le musica più famosa è quella del triello, che accompagna più di cinque minuti in cui non parla nessuno, e “L’estasi dell’oro”: provate a non fischiettarla, se ci riuscite.

In questa scena vedete un cane: non ci finì in mezzo per sbaglio. Leone aveva paura che la scena diventasse troppo melodrammatica e senza dirlo a Wallach fece liberare un cane che lo inseguisse. Wallach era comunque uno abituato a improvvisare: improvvisò praticamente tutta la scena in cui va a comprare (rubare) una pistola.

Diversamente da quanto fatto per i precedenti due film, Morricone lavorò a molte musiche prima di vederne le scene. Per il tema principale si ispirò all’ululato di un coyote (che si sente all’inizio del film) e ai vari strumenti aggiunse anche rumori di pistole e fischi di vario tipo. Le due note del tema principale sono le stesse per i tre protagonisti del titolo; ma sono fatte da uno strumento diverso per ognuno di loro: un flauto per il buono, un arghilofono (simile a un’ocarina) per il cattivo e una voce umana per il brutto.

Il tema si sente sin da subito nei titoli di testa, ma ritorna più volte durante il film: ogni volta accompagnando, a volte quasi anticipando, il personaggio o i personaggi di cui parla, con i relativi strumenti. Se c’è un flauto, da qualche parte c’è il buono. Se si sente l’arghilofono, allora nelle vicinanze c’è pure Sentenza.